Musica. Un mondo complesso, un contesto sistemico, fatto di influenze, di scambi, di idee capace di esercitare una grande influenza nel nostro quotidiano. La musica è in grado di impattare sul nostro modo di vedere la realtà, aprendoci a nuove possibilità. Talvolta ci mette in comunicazione, ora, invece, erige muri. L’arte non dovrebbe essere utilizzata per tale fine, ma oggi, in un contesto produttivo così permeato di politica, di messaggi bellicosi, di contenuti e contesti provocatori, la musica diventa casualità, l’armonia diventa rumore. Un rumore che stimola, talvolta, all’azione in modi del tutto violenti e inappropriati. Assistiamo oggigiorno alla nascita di forme musicali che in realtà non lo sono, ma che celano un richiamo a comportamenti non consoni per ragazzi. Dipendenze, alcol, stupefacenti: si fa inno a quello che nuoce, distruggendo le aspettative di giovani pieni di vita e al contempo insicuri. si cerca di stimolare un modello culturale basato sulla diffamazione. La povertà è collegata al crimine, in completa discordanza con la realtà: le situazioni di disagio rappresentano momenti in cui l’amore costituisce la cura. Sin dall’ antichità, la musica è presente in tutto quello che ci circonda, è un laccio che rafforza questo contesto sistemico.

In un brano è possibile cogliere l’essenza del cambiamento, del continuo mutare delle idee, della perfezione e dell’armonia soprannaturale che ci lega, ponendo le basi per lo scambio culturale. Troppo spesso oggi vediamo la musica come un qualcosa di materiale, di concreto trascurando le sue implicazioni a livello culturale. Tutto è interconnesso. L’arte musicale ci permette di esprimerci e di affermare chi siamo. La musica non è solo un semplice suono, è un continuo progredire, un senso di non compimento, dove tutto è in grado di mutare e di cambiare con la nostra evoluzione. La musica è fonte di liberazione. Ci permette di ricongiungerci alla nostra identità ormai perduta riscoprendo la storia dei nostri sentimenti e delle nostre emozioni. Suonando mettiamo in connessione eventi, particelle di un universo più grande, cercando di sopperire in modo parziale alla mancanza umana , alla solitudine e al sentimento di disorientamento. Nella vita esiste la completezza ? La musica è fine o mezzo? Troppe volte ci appelliamo all’arte come la conclusione, il completamento dei nostri sentimenti, lo scopo finale della vita. Tutto ciò deve essere tuttavia un tramite, ciò che ci permette di raggiungere uno scopo più grande. Il suono è un’arte liberatoria, dove completiamo noi stessi, piangiamo e ci commuoviamo insieme. Numerosi brani parlano di cambiamento, di rivalsa, di depressione. È corretto diffondere queste tematiche? Quanto conosciamo davvero circa la nostra identità?La musica è espressione di un’etica o di una casualità?


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