La musica ha da sempre effetti ed influenze positive sulla psiche umana. Sin dagli antichi Greci era nota la teoria dei “nomoi”, derivanti dalle “harmoniai”, schemi prestabiliti di note la cui successione scaturiva atmosfere in grado di stimolare specifici comportamenti nell’individuo. Il termine stesso nomos viene tradotto con “legge”, “regola”, a riprova del fatto che la musica sia razionalità, ma talvolta libertà delle emozioni. Questo è l’elemento che giova alla nostra salute. La musica è infatti in grado di suscitare sentimenti o di trasmetterli. Spesso viene affermato, con prospettiva eccessivamente scientifica, come il suono sia in grado unicamente di suscitare emozioni. L’autore imprime al brano i propri sentimenti, scegliendo l’apposito nomos che provocherà nell’ascoltatore le stesse sensazioni a partire dalle quali è stato coniato. Tale teoria era sfruttata dalle antiche civiltà in diversi ambiti, dalla rappresentazione scenica al canto liturgico. In ciò la musica assumeva il ruolo di veicolo, attraverso cui comunicare su un livello non verbale con l’ascoltatore. La musica è da sempre espressione della storia di un popolo. La scansione ritmica implica coordinazione psico-fisica, una percezione innata del tempo. Il suono diventa così veicolo di una storia, assumendo il ruolo di sorgente di idee, dialogo e, in un certo senso, misticismo. Il termine stesso harmonia utilizzato dagli antichi Greci indicava una particolare melodia cantata da un popolo. Platone ed Aristotele descrivono le harmoniai come in grado di plasmare il carattere di una persona. Scrive Aristotele nella Politica:

Ma le melodie stesse contengono imitazioni di carattere. Questo è perfettamente chiaro, perché gli harmoniai hanno nature abbastanza distinte l’una dall’altra, in modo che coloro che li ascoltano siano influenzati in modo diverso e non rispondano allo stesso modo a ciascuno. Ad alcuni, come quello chiamato Misolidio, rispondono con più dolore e ansia, ad altri, come gli harmoniai rilassati, con più morbidezza di mente, e l’uno all’altro con un grado speciale di moderazione e fermezza, il Dorico è apparentemente l’unico degli harmoniai ad avere questo effetto, mentre il Frigio crea eccitazione estatica. Questi punti sono stati ben espressi da coloro che hanno riflettuto profondamente su questo tipo di educazione; perché prelevano le prove per ciò che dicono dai fatti stessi.

La ritmica è in grado di provocare miglioramenti al battito cardiaco, alla circolazione. Oltre alle influenze in campo fisico, la musica porta ad effetti positivi testimoniati dal mito di Orfeo ed Euridice. Orfeo incanta con il suono, mostrando il potere della musica. Ciò si manifesta anche nell’autoterapia. Il corpo raggiunge la sua armonia rispetto ai moti celesti, i quali producono note diverse a seconda delle orbite. Il nostro corpo stesso è uno strumento musicale: dal battito del cuore, al “la” generato dallo scorrere del sangue.

All’interno del nostro cervello la musica attiva i circuiti della ricompensa, stimolando la produzione di dopamina, che provoca sensazioni positive. Inoltre, viene stimolata la produzione di endorfina. Ma ciò è estremamente soggettivo. Tutto si interconnette nel momento in cui ascoltiamo musica. Raggiungiamo una dimensione perfetta dove la mancanza di perfezione è la chiave. La spontaneità dei sentimenti permette di rendere l’amore, la tristezza e l’emozione in poesia, mettendoci in relazione con il mondo e noi stessi.


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