Un brano che parla dei nostri sogni, forse enormi o magari modesti. Desideri, intenzione di spiccare il volo sulle ali della genuinità. Quando siamo bambini, tutti ci aspettiamo il mondo. Un mondo di positività, esperienze, rapporti. Un mondo che spesso sfugge alla nostra portata. Quando nasciamo, siamo tutti pervasi dalle aspettative rosee e positive che coloro che stanno intorno a noi nutrono nei nostri confronti. Forse è il contesto che ci rende unici, ma, insieme, distrugge la nostra individualità. Ed è in quel momento che sognavo il paradiso. Un paradiso fatto di unicità, di desiderio di rivalsa, di casa. E’ quando ascoltiamo il silenzio intorno a noi che riusciamo a sentire la nostra voce. La protagonista chiude gli occhi e si immerge in un mondo di fantasia. Un mondo sognante, costruito da noi ed estremamente personale. Così corriamo via, in un prato verde dove le speranze crescono, fioriscono e muoiono insieme. Tutto ci è amico. Ma l’amicizia talvolta è superficiale. La durezza del mondo a noi circostante ci colpisce, come proiettili nei denti. Distrugge la nostra identità, ci porta ad un desiderio di adattamento e conformismo, dove siamo prigionieri. Tentiamo così di esternare i nostri sentimenti in un mondo fantastico dove l’amore è un sogno realizzato. Il sole deve tramontare per sorgere. Ognuno si ritrova in una situazione di difficoltà. Crediamo in noi stessi, esterniamo i nostri sentimenti ed amiamo ogni momento. Un cammino è fatto di ostacoli, di senso di colpa, di ricerca. L’individualità diventa la nostra arma, che ci distrugge e ci protegge. Osservando il cielo tempestoso, ci chiediamo chi siamo, guardando l’orizzonte e cercandoci in un mondo troppo disinteressato. Ogni luogo potrebbe essere il paradiso, se l’amore prevalesse sull’invidia e sulla rabbia. L’incomprensione ci rovina, il pianto è una manifestazione di una gioia interiore che crea divario tra noi e il mondo.


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